Brief Homage to Pluto

translated from the Italian by Will Schutt

1

Don’t go down again. Here, 
on this windy night,
somewhere on a night of never-ending 
headlights and roads, Pluto
is waiting down below for you to rise.
Down below—if he remains 
in his enclosure. This is how
it must be. Don’t go down again, go on.
Toward your days, yours alone and no one’s.
Toward sweeter nights to divvy up 
with others, like fruit. Don’t go down again, 
go on.

 

2

Because rain, because wind and valleys 
at night, yellow grass, breath. That water 
raking the alleys and fields. Because 
there is no truce or tomorrow. Only 
these bars, the cage of an I.
Hell is not being others, 
watching them slip by and disappear:
a parking lot that slowly empties, 
the windblown worksite.

 

3

Opening your hand, that’s the hard part. Releasing
something without sacrifice, without 
deceit. Being the face
that fades from you, the wing that flits away, the cry 
that does not cry for you.

 


 

Breve omaggio a Plutone 

 

1

Non ridiscendere. Qui 
nella notte del vento, 
da qualche parte nella notte, lunga 
di fari e strade, Plutone
aspetta che tu sali, più in basso.
Più in basso: se resta 
nel suo chiuso. Dev’essere 
così: non ridiscendere, vai.
Verso i tuoi giorni, solo tuoi e di nessuno.
Verso altre notti più dolci da spezzare 
come un frutto, con altri. Non ridiscendere, 
vai.
 

2

Perché la pioggia, perché il vento e le pianure 
notturne, l’erba gialla, il respiro. Quell’acqua 
che scroscia nei vicoli, e i prati. Perché 
non c’è tregua, o domani. Soltanto 
le sbarre, la gabbia di un io.
L’inferno è non essere gli altri, 
guardarli passare e sparire nel niente:
un posteggio che piano si svuota, 
il cantiere del vento.
 

3

Aprire la mano: questo è difficile. Lasciare 
qualcosa senza sacrificio, senza 
falsità. Essere il volto
che si allontana da te, l’ala che sfugge, il pianto 
che non piange per te.

Credit

Reprinted by permission of Princeton University Press. “Breve omaggio a Plutone” in Pietra sangue, Fabio Pusterla, Marcos y Marcos, Milano 2011.

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